Giuseppe Bianchi (Modena, 13 ottobre 1791 ndash 25 dicembre 1866) - Atti del R. Osservatorio astronomico di Modena raccolti e ordinati da Giuseppe Bian

2 EUR

Rarità ( nessun esemplare in commercio )

tratta delle rilevazioni metereologiche della specola di Modena, osservazione degli astri e delle comete

Atti del R. Osservatorio astronomico di Modena raccolti e ordinati / da Giuseppe Bianchi
Modena : dalla tip. camerale, 1834.
pp - xxxv, 366

La nascita della Specola modenese e la direzione di Giuseppe Bianchi (1826-1859)
Dopo la Restaurazione Modena diventò di nuovo la capitale del Ducato estense sotto la sovranità dell’arciduca Francesco IV d’Austria Este. Quest’ultimo, sul solco della tradizione dei predecessori e con il considerevole sostegno del fratello Massimiliano, manifestò il suo interesse non solo per le arti, incrementando le già considerevoli collezioni estensi, ma anche per le scienze, promuovendo lo sviluppo dei musei universitari modenesi.

L’idea di dotare Modena, di una Specola astronomica fu concepita proprio dall’arciduca Massimiliano, il quale, nel 1814, entrò in contatto con un giovane modenese, Giuseppe Bianchi un valente scienziato da poco laureatosi a Padova presso la Facoltà Fisico Matematica.

Grazie proprio all’intervento di Massimiliano, Francesco IV concedette a Bianchi una borsa di studio che gli consentì di andare a Milano per completare i suoi studi di astronomia presso l’Osservatorio Astronomico di Brera. Nel 1818 gli fu affidata dal marchese Luigi Rangoni, magistrato agli Studi di Modena, in accordo con il Rettore dell’Università Paolo Ruffini, la cattedra di Astronomia Teorica, cattedra istituita apposta per lui, e l’incarico di direttore della Specola che avrebbe dovuto essere realizzata anche a Modena. Già nel mese di gennaio Bianchi aveva spedito da Milano al Rangoni una lista di strumenti da acquistare come fondamentali per impiantare un Osservatorio: uno strumento dei passaggi per le ascensioni rette, un cerchio meridiano, un cannocchiale acromatico e un telescopio equatoriale per le osservazioni extra meridiane.

Su indicazione di Bianchi, Rangoni, nel 1818 commissionò all’ottico Georg von Reichenbach a Monaco il cerchio meridiano, che arrivò a Modena nel 1823, e gli altri tre strumenti al modenese Giovan Battista Amici, abile ottico e costruttore di strumenti scientifici.

In particolare, per avere per l’osservatorio un telescopio a riflessione, Rangoni chiese al rettore Ruffini che contattasse Amici per farsi consegnare quello che aveva già costruito per il Liceo di Reggio Emilia in base a un contratto che lo stesso Amici aveva stipulato nel 1811 con il Regno d’Italia per fornire telescopi ai Licei. Amici, dopo aver stipulato il contratto per la realizzazione degli altri due strumenti, nel 1820 consegnò il telescopio richiesto.

Dopo sei anni però, allo scadere del contratto per la consegna degli altri due strumenti, mancava ancora una sede per l’Osservatorio, il Palazzo dell’Università, infatti, non aveva alcuna stanza appropriata che potesse accogliere la nuova strumentazione.

Il problema fu risolto grazie a Francesco IV che con il sostegno del fratello Massimiliano, all’inizio dell’anno successivo, il 15 gennaio 1826, con un chirografo, concesse il Torrione Est del suo seicentesco Palazzo Ducale, posto sul lato destro della facciata. Una lapide dettata dal bibliotecario e archeologo ducale Celestino Cavedoni, tuttora collocata nella sala al primo piano dell’Osservatorio, ricorda questi eventi.

I lavori dell’Osservatorio, diretti da Gusmano Soli, Ispettore delle Fabbriche Ducali, iniziarono durante l’estate dello stesso anno 1826 e terminarono nell’agosto 1827. Al fine di rendere le stanze adatte al nuovo utilizzo, fu necessario trasformare completamente la struttura interna della parte superiore del torrione (alto 30 metri da terra), senza apportare cambiamenti alla struttura architettonica esterna, simmetrica all’altra parte del Palazzo Ducale. Per assicurare la necessaria stabilità alla struttura dell’Osservatorio fu innalzato un elevato arco di volta tra i muri esterni del lato orientale e occidentale collegati fra di loro con catene per creare all’interno della torre un supporto per accogliere i tre strumenti realizzati da Amici; sui contrafforti murali al di sopra della volta, dove sono tutt’ora, furono posizionati ai due lati il cerchio meridiano di Reichenbach e lo strumento dei passaggi che tuttora mantengono la loro collocazione originaria, e in cima all’arco fu collocato il pilastro del telescopio equatoriale, purtroppo oggi andato perduto. Fu necessario anche ricostruire l’intero tetto della torre dal momento che doveva essere diviso obliquamente in direzione nord sud in corrispondenza del cerchio meridiano e dello strumento dei passaggi collocati al secondo piano della torre. Al primo piano c’erano un grande ufficio o studio e due camere più piccole, per raggiungerle Soli aveva costruito una scala.

La prima osservazione ufficiale iniziò il 17 ottobre 1827 come è testimoniato dal Bianchi nel primo volume degli “Atti del Regio Osservatorio Astronomico di Modena”, pubblicati a partire dal 1834 e sul cui frontespizio si da conto dei suoi incarichi di “istitutore delle LL. AA. RR. Gli arciduchi figlii nelle scienze fisico-matematiche, direttore della Specola, professore di Cosmografia nella R. Università degli Studi, uno dei Quaranta della Società Italiana delle Scienze”

Non ci furono cerimonie di apertura per il nuovo Osservatorio; in un quotidiano locale, “Il Messaggiere Modenese” del 7 novembre 1827 (n. 89), insieme con la notizia di una eclissi lunare avvenuta quattro giorni prima, si ricorda la realizzazione dell’Osservatorio, promossa da Francesco IV, nel torrione di destra del suo Palazzo Ducale, e vengono menzionati i tre importanti strumenti di cui era dotato.

Grazie a Bianchi l’Osservatorio di Modena divenne sede di una significativa attività didattica e di ricerca, come è testimoniato dalle sue numerosissime lettere conservate nella Biblioteca Estense Universitaria a lui si deve l’avvio di “Osservazioni meteoriche” quotidiane, annotate su registri ancora conservati nell’Osservatorio, che rilevano gli eventi meteorologici (pioggia o neve)i, la temperatura (originariamente misurata con vecchie scale di temperatura ma dopo pochi anni in gradi Celsius), la pressione atmosferica, il vento e le radiazioni solari. Chiudi

Luogo: Piemonte - Verbania

Aggiunto a 16 giorni fa e scade il 31 May
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