Chiaravacci - Fastorum - Hieronymi Claravacaei Cremonensis - 1554

220 EUR

PRIMO POEMETTO SECONDO IL MODELLO DEI FASTI OVIDIANI
Prima e unica edizione di questo curioso poemetto suddiviso nei dodici mesi dell'anno secondo il modello dei fasti ovidiani. Ogni mese è introdotto da una nota etimologica e dall'invocazione a personaggi ispiratori sia pagani sia cristiani. L'opera è inoltre costellata di numerosi riferimenti ad avvenimenti storici, biblici e leggendari, nonché di digressioni filosofiche.
Edizione originale postuma prima e unica di questo poema ispirato ai fasti ovidiani, opera di questo autore originario di Pizzighettone. Studiando tra Lodi e Cremona, divenne un buon conoscitore della letteratura latina e greca come anche della letteratura cristiana. Questa edizione postuma sembrerebbe essere stata curata da Giangiacomo Gabiani, insegnante di Lodi che dedica il poema al Papa Paolo III. Seguendo lo schema dei fasti ovidiani, l'opera è divisa in dodici mesi. Di ogni mese è data l'etimologia e la storia con invocazione a personaggi pagani e cristiani, avvenimenti tratti dal vecchio e nuovo testamento, descrizione di personaggi storici e molti riferimenti cosmologici. Molti sono anche i riferimenti a fatti storici come le guerre tra il Ducato di Milano e la Repubblica veneta che coinvolsero anche Pizzighettone.
Codice articolo 33 n.1763

CONTENTS
Il poema è preceduto da una lettera del nipote del C., Omobono, ad A. Farnese, card. di S. Lorenzo in Damaso, nipote di Paolo III, (12 giugno 1554). La dedica dei Fasti è di Giangiacomo Gabiani, professore della scuola di Lodi, e con data in Lodi, 21 marzo 1549, è indirizzata allo stesso papa "siccome trovammo l'opera, dedicata a te, il Mecenate degli studiosi".
Nella prefazione il Gabiani menziona pure Elegiarum tres [libros] ac Epigrammatum unum, indicatigli con i Fasti da Omobono, di cui egli, anche per il contenuto cristiano, volle impedire la rovina e l'oblio. Tuttavia furono pubblicati solo i Fasti, mentre le altre opere, non stampate, sono irrimediabilmente perdute. È quindi errata l'affermazione del Draud (p. 1146), che sulla base di tale prefazione ammetteva l'esistenza a stampa delle elegie e degli epigrammi. Forse la pubblicazione ne fu impedita proprio dal cattivo stato di conservazione, o da motivi economici. I Fasti si presentavano incompiuti, mancanti probabilmente della definitiva revisione stilistica; ma il Gabiani, cui spettò la ricognizione dell'opera, afferma di essersi comportato come Vario e Tucca nei confronti dell'Eneide virgiliana. Omobono si occupò invece dell'indice e dei memorabilia a fianco del testo.

Seguendo l'esempio di Ovidio, il C. suddivise la materia secondo i dodici mesi dell'anno. Ogni libro presenta uno schema fisso, etimologia e storia del mese all'inizio, breve ricapitolazione alla fine. Inoltre il C. premette ai dodici libri, singolarmente, brevi invocazioni o protasi, in cui chiede l'ispirazione o la benedizione di un personaggio biblico (I, Mosè) o pagano (III, Pallade) o di una musa (XI, Urania). Egli si proponeva di redigere una specie di cronaca, sacra dove avessero il massimo rilievo gli episodi più "drammatici" dell'Antico e del Nuovo Testamento, e nello stesso tempo una specie di martirologio coordinato con il calendario.

Accanto alla materia edificante troviamo digressioni morali e filosofiche e una serie non molto ordinata di fatti storici e leggendari richiamati dalle antiche letterature. A grandi linee si può cogliere nei Fasti anche un disegno cosmologico, che va dalla creazione del mondo ai massimi esponenti della patristica latina al dibattito teologico-filosofico sulla Immacolata Concezione. L'autore inoltre non nasconde la sua ammirazione per le grandi figure di legislatori, filosofi, condottieri, mostrando in ciò la sua formazione scolastica.

CONDITION REPORT
Legatura in pergamena coeva. Marca tipografica al frontespizio, iniziali xilografiche (lievi bruniture e fioriture, foro di tarlo all'angolo inferiore delle ultime 4 carte). Titolo manoscritto al dorso e ai tagli inferiori (difetti e mancanze restaurate al piatto posteriore). Buono stato di mantenimento dell’opera. Le pagine interne non presentano particolari segni di usura ne di macchie. Bella copia, completa, pulita e ordinata. Pp. (2); 6nn. 242; 14nn. (2)

FULL TITLES & AUTHORS
Hieronymi Claravacaei cremonensis. Ad Paulum III pont. max. Fastorum libri XII nuper in lucem editi
Apud Franciscum Simonem Moschenios Fratres, Mediolani, 1554
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Luogo: Campania - Avellino

Aggiunto a 1 mese fa e scade il 19 May
ID annuncio: 568820
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